IL LAVORO LO RENDE PICCANTE..?
Sto passando gli ultimi mesi a darmi una spiegazione al perché alle volte il posto di lavoro rende tutto più piccante, ma l'unica cosa che me ne deriva è la costante presunzione di capire il perché senza capirlo.
Sembra quasi illogica come frase, ma ha il suo perché. Si dice che l'incomprensione sia l'inizio della comprensione, o forse lo dico solo io per pigrizia quando mi sento non sia il momento adatto per indagare, ma alla fine sono punto e a capo.
Detto ciò, ho sperato tanto che la risposta mi cadesse dal cielo, ma la verità è che nessuno è disposto a parlarne in prima persona, poiché fuori dall'ambito lavorativo, incombe la vergogna delle scelte che in un momento sono sembrate tanto ponderate.
Tra una divisa ed un abito casual passano innumerevoli dettagli che tendono a sfuggire quando ci si abitua a vedere qualcuno consecutivamente con le stesse vesti.
Diciamocelo, inutile dire che l'aspetto fisico non conta, è la prima cosa che notiamo in una persona, tante volte però, l'attrazione nasce dall'abitudine nel vedere una persona, accettando pian pianino quei particolari, ma una volta spogliati di quelle divise, cosa ci rimane? Bene, rimane l'ignoto.
Lavorare in un posto è un po' come costruire una nuova identità e, finché gli altri ci vedono con quei vestiti, sappiamo di poter apparire come meglio vogliamo. Diamo l'idea di essere la persona che vogliamo costruendo dei falsi rapporti che, se tenuti esclusivamente in un ambito lavorativo, continuano ad alimentarsi di menzogne ed aspettative che andiamo a creare in qualcuno, ma questo cosa c'entra con l'attrazione?
Insomma, noi costruiamo un'attrazione reciproca, la instauriamo in quell'ambito poiché diventa una pseudo zona comfort nella quale scegliamo come mostrarci a chi vogliamo in un determinato momento.
Possiamo essere le persone più vuote al mondo che, se ci accorgiamo di un dettaglio rilevante, tentiamo l'approccio puntando a quest'ultimo scatenando l'interesse reciproco.
E via qui ad instaurare un circolo vizioso senza fine.
In pratica è un po' come l'inizio di una qualsiasi relazione, ci porta a mostrare solo il bello di noi, si spende tanto tempo con una persona dandole solo i motivi per restare; Diciamo che quelle vesti sono un po' il sinonimo più grande che possiamo affibbiare alle storie d'amore.
Successivamente, bisogna imparare a vivere con una persona, mentre sul lavoro si passa talmente tanto tempo assieme che si crede di aver già fatto il passo in più, di star così bene seppure si passi molto tempo assieme, il che è la più grande trappola in cui cadiamo.
Fin da piccoli veniamo abituati a convivere con 15, 20 persone con cui passiamo ogni giorno dai nostri 2 anni ai 18 e, se si continua, pure all'università.
Diciamo che in questi ambiti le presenze sono maggiori, quindi evitiamo di prenderci della prima presenza che prova ad influenzarci.
Parlo proprio di numeri, però resto in tema.. fin da piccoli ci viene più facile una cotta per qualcuno che abbiamo a scuola, ecc.., rispetto a chi incontriamo al parco o al ricreatorio.
Conoscere qualcuno e conviverci, rende un rapporto lavorativo una vera e propria intesa, ma dobbiamo imparare a tenerci distanti da tutto ciò? E quando cediamo, cosa succede? Quali sono le effettive conseguenze di un rapporto lavorativo spinto a livelli superiori?
Le conseguenze dipendono da come gli individui sono in grado di gestire la situazione.
Nel 90% dei casi, le conseguenze rendono invivibile il luogo di lavoro e portano uno degli individui ad allontanarsi dal lavoro stesso, mentre quel dieci percento mancante si divide in altri quattro sottogruppi quali:
- l'indifferenza tra i due individui pentiti.
- un vero e proprio rapporto romantico.
- l'indifferenza fine a confondere i colleghi.
- la più totale noncuranza del posto di lavoro e quindi l'evidenza nel marcare costantemente questa pseudo proprietà.
Inutile a dire che a meno che le due persone non siano davvero brave a gestire la situazione, ci si può salutare ancor prima di togliersi le mutande.
Ed infine, non avendo più nulla da dire, mi sento di dover aggiungere la mia opinione personale su tutta questa faccenda.
Credo fermamente che le fantasie sessuali stimolino il singolo individuo ad un approccio più tranquillo in qualsiasi ambito, ma credo seriamente che le fantasie sul lavoro dovrebbero rimanere tali.
Che di mezzo ci sia una relazione a casa o meno, o ancor più essa sia presente sul lavoro, non ha senso complicarsi la vita con chi si sa per certo conoscerti meglio degli altri.
Perché si sa, le bugie nascono dalla verità dei nostri segreti più reconditi.
Ha davvero senso tradire il nostro io per una scappatella? Forse solo perché non sappiamo accettare di dover stare da soli, o solo perché non abbiamo più nulla da fare dopo il lavoro?
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