Aspettare dopo i vent'anni senza motivi religiosi.
In questi vent’anni abbiamo vissuto all’interno della più grande rivoluzione sessuale di tutti i tempi senza neppure rendercene conto.
Gli aspetti positivi sono a migliaia; Non ridurre più il sesso ad un tabù è sicuramente il principale, però l’ostentazione, ci ha portato a passare in secondo piano valori importanti.
Non si parla di sacralità, bensì della percezione di un concetto.
Questo è un argomento dibattuto più frequentemente di quanto possiamo immaginare, ma come la vive chi non sa cosa si prova facendo sesso?
Oggi vorrei parlarvi della verginità priva di motivi religiosi.
Chi ha una vita sessuale attiva, può permettersi solo di ipotizzare questa realtà.
In Italia, il 56,6% lo fa prima dei 18 anni, mentre in Giappone, un uomo su quattro fra i 20 e i 30 anni è vergine.
Evoluzione o curiosità?
Come dicevo, si può solo ipotizzare sulla scelta di aspettare di qualcuno, ma cosa si prova in quei panni?
Ho deciso di intervistare quel qualcuno per condividere un’esperienza di cui siamo privi di informazioni.
Chiacchierando ho realizzato che la sua esperienza sta diventando quasi spirituale ai miei occhi, credo ci sia un’energia differente in lei, pronta ad esplodere e che renderà quella che sarà la sua prima volta, piena di intensità.
Non volevo presentarvela come un’intervista, sarebbe stato più imbarazzante di quanto lo sia stato per noi affrontare questo discorso così seriamente dopo anni, quindi abbiamo pensato che raccontato dal suo punto di vista, privo di mie domande, sarebbe stato consono.
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Tutti abbiamo avuto quel momento coi nostri genitori, magari seduti sul letto, che provavano a farci il “discorsetto”... Io dico che il mio è stato talmente strano da bloccarmi a riguardo, giusto per dare la colpa ai miei.
Ovviamente scherzo, tutto ciò è molto meno traumatico di quello che possa sembrare a occhi estranei.
Non saprei neppure da dove iniziare.
Allora…
Vivo in un mondo in cui prima perdi la verginità e più te lo fanno passare come una staffetta in cui sei arrivato primo. Ho 23 anni nel 2022, quindi crescendo è normale mi crei imbarazzo, ma ci sono grandi probabilità che mi creerebbe imbarazzo anche parlare della mia prima volta visto che il 90% dei racconti che ho sentito è stato quasi tragico.
Diciamo che tutti si creano queste grandi aspettative e forse la più contenta sono io che non me le sono mai create..
Aspettare l’uomo giusto non vuol dire niente, la persona giusta non c’è.
La mia speranza è che ci sia una persona che mi farà star bene in quel preciso istante e che mi porterà a provare emozioni a cui sono estranea e non ridurrà il sesso ad una cosa buttata lì.
Dovrebbe farmi venire una voglia diversa, mai provata prima... non saprei come descriverla.
Una “voglia bella”.
Una voglia piena di curiosità non solo nel sesso, ma anche nella scoperta reciproca.
Una volta mi sono ritrovata a veramente poco dal lasciarmi andare, però non so, non me la sono sentita. A ripensarci la persona era quella che desideravo, ma ho realizzato che non fosse ne il momento ne il posto “giusto”.
Prima di lui non avevo mai trovato nessuno di così eclatante, sennò me lo ricorderei, credo..
Dopo quel momento, ho realizzato che la mia prima volta di sicuro non sarebbe stata come nei film. Non c’era nessun appartamento sulla spiaggia destinato a questo né una baita in un fitto bosco… Ho capito che sarebbe dovuta succedere nella normalità, nella comodità e nella dolcezza di un letto.
(esatto, eravamo in macchina, scomodissimo, come poteva essere la mia prima volta?)
Altra cosa, non so se vale per tutte le persone che ancora non hanno perso la verginità: Io non trovo il senso della masturbazione. L’ho sempre trovata una cosa superflua e non mi ci sono mai approcciata.
Sono stata toccata e ho toccato e l’ho percepito come una migliore sensazione rispetto a quella che potrei procurarmi da sola.
Penso che nel fare le cose in due, ci sia molta più passione.
Mi rendo conto che nessuno conosca il mio corpo meglio di me, però è come fosse qualcosa appartenente ad un’intimità reciproca, una cosa che non posso darmi da sola.
Magari cambierò idea dopo aver fatto sesso.
Parlando con le mie amiche mi chiedo spesso come affronterei il discorso un domani con la persona con cui mi ritroverei a condividere la mia prima volta, insomma, non può essere tipo la presentazione agli alcolisti anonimi, deve mantenere una certa linea con la confidenza che avrò con quella persona, e forse è la cosa più difficile in questa situazione.
La ricerca di comprensione in questo caso deve essere in primo piano.
Una volta era eccitante dire ad un uomo di aver aspettato sin quel momento, però ora come funziona?
E’ decisamente la parte più problematica del discorso che a volte si lascia procrastinarsi e mi rende difficile pensare che quel momento sia sempre più vicino, quanto più distante.
Spero di aver reso il concetto.
Insomma, il problema non è quello di trovare qualcuno, bensì qualcuno di interessante.
Le persone che mi sono trovata davanti in questo percorso non le ho mai trovate così piene di qualcosa da scoprire e incuriosirmi a tal punto, ne da portarmi ad approcciarmi al sesso.
Tranne quello della macchina.
Però siamo sempre li, in macchina…
Magari ci ritroviamo qui tra qualche anno e decidiamo di farci un film, no?
Qualche anno fa, mi ritrovai al fatidico bivio ed iniziai a chiedermi se magari non fossi lesbica.
Ho iniziato a credere che fosse questo a determinare il fatto che non mi decidessi a provare a farlo.
Qui credo di toccare un punto a cui tutti prima o poi arriviamo, uomini e donne.
L'unico consiglio che mi sento di dare a riguardo è che quando non è il sesso opposto ad attrarti, lo sai, indipendentemente da come vieni cresciuto. In cuor tuo sai cos'è giusto per te.
Questo pensiero è andato a scemare in poco tempo.
Non ho mai provato attrazione per una donna.
Mi sono pure decisa a guardarle con un’altra prospettiva, ma niente.
E’ strano da dire, alle volte sento le mie amiche parlare di sesso e probabilmente perché non capisco di cosa parlano, le vedo un po’ come le “facili” dei film.
Questo mi porta a pensare a quel momento: a volte credo di fare uno sbaglio ad aspettare, che potrei uscire e finirla lì. Andare col primo che capita e sperare che questo mi porti quelle sensazioni di cui sono alla ricerca, però poi mi rendo conto che sarebbe una stronzata e quel pensiero si interrompe.
Mi sono resa conto di aver usato “pensare” o “credere” come verbi principali in questo discorso, ma vi assicuro che raccontare di ipotesi e domande che mi pongo in un mondo in cui mi basterebbe uscire per scopare, è davvero dura.
Non sono mai stata una persona temeraria, forse dovrei osare di più in questa mia ricerca.
infine, credo fermamente valga la pena aspettare comunque, è normale farsi prendere da emozioni contrastanti, ma la verità è che se questa volta fosse quella buona o ne sarò delusa e affranta, oppure affascinata e assuefatta.
Non possiamo prevederlo.
Ed è questa la parte che preferisco”
La penso allo stesso modo. Grazie per aver condiviso. È bello sapere di non essere gli unici a credere in certe cose
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